Certamente i nostri bambini e i nostri ragazzi stanno risentendo di questa vita così diversa in cui ci siamo trovati all’improvviso, senza alcuna preparazione che ci permetta di individuare in modo chiaro i messaggi che ci trasmettono implicitamente.

Possiamo aiutarli solo riconoscendo quali comportamenti possono essere provocati da un autentico disagio.

Cominciamo dai più piccoli.

I piccolissimi risentono meno dei cambiamenti: i loro punti di riferimento sono la famiglia e la casa che rimangono stabili.

Ma già a 4 – 5 anni possono manifestare agitazione o turbolenza motoria o comportamenti regressivi, come ad esempio una richiesta maggiore di coccole e di vicinanza fisica, a volte ossessiva, o di presenza (talvolta seguono i genitori ovunque, anche in bagno).

Per contro possono mettere in atto comportamenti a valenza consolatoria: ripetere i giochi, sempre gli stessi, dà loro una sensazione di sicurezza, ma li limita nell’acquisizione di nuove esperienze.

Cercano di proteggersi con atti ripetitivi (ad esempio si lavano e si disinfettano le mani continuamente) fino a chiudersi man mano in sé stessi (un segnale può essere la masturbazione).

Anche il comportamento esplorativo si riduce notevolmente perché si limita il loro campo esplorativo che non stimola più il loro bisogno di ricerca, possono avere difficoltà ad addormentarsi, ma anche quando finalmente si assopiscono, hanno un sonno irrequieto.

Inoltre, per i più grandi un ulteriore campanello d’allarme sono le modifiche delle abitudini alimentari, per esempio si possono manifestare una selettività nell’assunzione di cibi specifici, o una totale assenza dell’autoregolazione dell’assunzione delle quantità di cibo.

Un aumento di peso di qualche chilo non è preoccupante, ma se l’incremento di peso diventa superiore, allora anch’esso è un segnale importante di disagio, da affrontare certo con un’attenzione alla qualità ed alla quantità del cibo.  Se anche con la programmazione o l’intensificazione di un’attività fisica non si ottiene un peso bilanciato, forse ci si deve chiedere se c’è dell’altro alla base di tale problema.

L’individuazione e la comprensione di questi messaggi è il primo passo verso la consapevolezza di una sofferenza dei nostri bambini, sapendo che il nostro obiettivo è il benessere dell’adulto di domani.

Dottoressa Donatella Bacolla

Dottoressa Elga Vespoli