In Italia, la percentuale dei nati affetti da ipospadia è di circa 3 nuovi casi ogni 1000 neonati

L’ipospadia è una malformazione congenita del pene, caratterizzata dal fatto che il meato uretrale esterno (il buchino da dove esce la pipì), è situato in una posizione anomala sulla superficie inferiore del glande o del pene.

Può essere di due tipi:

  1. Ipospadia Anteriore (75%), in cui il meato si apre sulla superficie inferiore del glande o della parte anteriore del pene
  2. Ipospadia Posteriore, quando il meato si apre tra pene e scroto, o in una posizione ancora più posteriore.

Solitamente, alla posizione anomale del meato si associano un prepuzio incompleto e un incurvamento anteriore dell’asta del pene (più grave nelle forme posteriori).

Cause

La causa dell’ipospadia è tutt’ora sconosciuta ma, nella maggior parte dei casi, si tratta di un’anomalia isolata. L’ipospadia si presenta più frequentemente nei figli e nei fratelli di soggetti affetti da ipospadia.

Nel 15% dei casi invece, l’ipospadia fa parte di una sindrome genetica o viene associata ad altre malformazioni, di cui la più frequente è il testicolo ritenuto

Trattamento

Nonostante esistano più di 300 tecniche differenti per il trattamento delle ipospadie, solamente una decina sono attualmente in uso da parte degli specialisti.

Il trattamento delle ipospadie può essere molto complesso, e, anche nelle forme di ipospadia anteriore, non può mai essere considerato un intervento “semplice”, per cui è consigliabile che il trattamento dell’ipospadia venga intrapreso solo da chirurghi con una notevole esperienza nel campo. L’età migliore per sottoporsi all’intervento è compresa tra l’anno ed i 18 mesi, in quanto si ritiene che la giovane età all’intervento comporti minori conseguenze sul piano emotivo e dello sviluppo psicologico.

L’intervento consiste in tre punti fondamentali:

  • Raddrizzamento dell’asta
  • Ricostruzione del tratto di uretra mancante
  • Regolarizzazione del prepuzio

Nelle ipospadie posteriori più gravi si rende spesso necessaria anche la correzione della trasposizione scrotale o dello scroto bipartito.

Le ipospadie anteriori meno gravi possono essere corrette in tempo unico

Le forme più gravi invece, possono essere trattate in uno o due tempi eseguiti a distanza di 6/12 mesi l’uno dall’altro

Tutte le tecniche di ricostruzione presuppongono l’impiego di mezzi di ingrandimento ottico, di strumentario e suture particolarmente fini e, come già detto, richiedono una notevole esperienza da parte dell’operatore

Rischi

Le complicanze più frequenti sono la formazione di fistole, cioè piccoli tunnel patologici che si formano tra l’uretra ricostruita e l’esterno ed il restringimento del meato uretrale o di una parte dell’uretra ricostruita. La percentuale di complicazioni va dal 5-10% per le ipospadie anteriori sino al 30-40% delle forme posteriori.

Certamente i nostri bambini e i nostri ragazzi stanno risentendo di questa vita così diversa in cui ci siamo trovati all’improvviso, senza alcuna preparazione che ci permetta di individuare in modo chiaro i messaggi che ci trasmettono implicitamente.

Possiamo aiutarli solo riconoscendo quali comportamenti possono essere provocati da un autentico disagio.

Cominciamo dai più piccoli.

I piccolissimi risentono meno dei cambiamenti: i loro punti di riferimento sono la famiglia e la casa che rimangono stabili.

Ma già a 4 – 5 anni possono manifestare agitazione o turbolenza motoria o comportamenti regressivi, come ad esempio una richiesta maggiore di coccole e di vicinanza fisica, a volte ossessiva, o di presenza (talvolta seguono i genitori ovunque, anche in bagno).

Per contro possono mettere in atto comportamenti a valenza consolatoria: ripetere i giochi, sempre gli stessi, dà loro una sensazione di sicurezza, ma li limita nell’acquisizione di nuove esperienze.

Cercano di proteggersi con atti ripetitivi (ad esempio si lavano e si disinfettano le mani continuamente) fino a chiudersi man mano in sé stessi (un segnale può essere la masturbazione).

Anche il comportamento esplorativo si riduce notevolmente perché si limita il loro campo esplorativo che non stimola più il loro bisogno di ricerca, possono avere difficoltà ad addormentarsi, ma anche quando finalmente si assopiscono, hanno un sonno irrequieto.

Inoltre, per i più grandi un ulteriore campanello d’allarme sono le modifiche delle abitudini alimentari, per esempio si possono manifestare una selettività nell’assunzione di cibi specifici, o una totale assenza dell’autoregolazione dell’assunzione delle quantità di cibo.

Un aumento di peso di qualche chilo non è preoccupante, ma se l’incremento di peso diventa superiore, allora anch’esso è un segnale importante di disagio, da affrontare certo con un’attenzione alla qualità ed alla quantità del cibo.  Se anche con la programmazione o l’intensificazione di un’attività fisica non si ottiene un peso bilanciato, forse ci si deve chiedere se c’è dell’altro alla base di tale problema.

L’individuazione e la comprensione di questi messaggi è il primo passo verso la consapevolezza di una sofferenza dei nostri bambini, sapendo che il nostro obiettivo è il benessere dell’adulto di domani.

Dottoressa Donatella Bacolla

Dottoressa Elga Vespoli

Il “Percorso acne” è il nuovo servizio offerto dal centro C.P.G. di Torino.

L’acne è una delle più frequenti patologie infiammatorie della cute: colpisce in misura variabile circa il 90% degli adolescenti, parte dei quali necessita di un parere medico per una valutazione ed uno specifico trattamento.

Questa patologia ha trovato nuova linfa nell’attuale situazione pandemica: l’utilizzo della mascherina non ha solo inasprito le situazioni preesistenti, ma ha anche agevolato l’insorgere della problematica in soggetti sani.  

Per la sua tipica localizzazione su parti del corpo visibili e per il rischio di esiti cicatriziali, l’acne è una dermatosi con significato e valore specifici per il giovane paziente, presentandosi in una fase della vita, quella dell’adolescenza, già caratterizzata da importanti cambiamenti, fisici, psichici ed emotivi. La presenza di lesioni cutanee importanti e visibili sul volto possono costituire per i giovani motivo di disagio e vergogna, talvolta tali da compromettere il benessere soggettivo (immagine di se stessi) e la vita di relazione.

Bisogna inoltre ricordare, in considerazione del relativo aumento di tali casi, le forme di acne nell’adulto, in particolare nelle donne. Si presentano con aspetto clinico per alcuni versi sovrapponibile a quelle dell’adolescenza, con variazioni legate, soprattutto nelle donne, alle abitudini quotidiane come l’utilizzo di creme, trucchi e rimedi “fai da te”, oltre che dalla generale situazione di salute (alterazioni ormonali, sovrappeso o altre patologie concomitanti).

La valutazione e la terapia specifica dell’acne (che prevede l’utilizzo a seconda delle forme cliniche, dello stato di salute del soggetto e delle scelte individuali, integratori, antibiotici, retinoidi sistemici e/o terapia topica), sono quindi fondamentali per la corretta gestione della patologia.

Per salvaguardare la salute della pelle, Il C.P.G. ha attivato il “Percorso acne”: servizio di diagnosi e cura dell’acne che consiste in un pacchetto di tre visite al costo di 220 euro totali.

Clicca per il Video promo

Per info e prenotazioni: 011.561.38.48 – 011.561.11.87

Il Tampone Rapido per il COVID-19

Il tampone rapido è uno strumento di screening largamente usato per la diagnosi di virosi COVID 19 in atto, data la sua elevata affidabilità, con valori di sensibilità (capacità di riconoscere la positività) e di specificità (capacità di riconoscere la negatività) molto vicini al 100%.

La diffusione del Sars-Cov-2 ha modificato in maniera radicale la quotidianità di ognuno. I sintomi influenzali e parainfluenzali, tipici della stagione fredda, mettono psicologicamente in allarme la popolazione per le potenziali conseguenze a cui possono portare.

La virosi da COVID-19, infatti, presenta sintomi che spesso possono essere confusi con le sindromi influenzali: di conseguenza è spesso impossibile diagnosticare la COVID-19 grazie alla sola diagnosi differenziale.

Per questo, in caso di sospetto contatto con un altro soggetto affetto da COVID-19 o in caso di presenza di sintomi compatibili con il COVID-19, solo un tampone può essere dirimente.

E’ sempre necessario mantenere adottare un comportamento responsabile, mantenendo il distanziamento sociale di almeno 1 metro, evitando gli assembramenti  ed indossando sempre mascherina chirurgica da cambiare almeno quotidianamente

Perchè il tampone rapido ai bambini e agli adolescenti

Se è vero che i bambini (e, sembra, anche gli adolescenti) si contagiano meno, e certamente si ammalano meno o comunque manifestano sintomatologie che simulano soltanto una forma influenzale, sono però a loro volta contagianti: quindi intere classi vengono messe in quarantena, e tante famiglie si preoccupano giustamente dei contagi interfamigliari specie verso le persone anziane.

Bambini e ragazzi  vivono attualmente in uno stato di stress non pensabile prima degli isolamenti e delle problematiche scolastiche COVID correlate: sottoporli a tampone in caso di dubbio permette di abbreviare i tempi di isolamento riferiti alle quarantene e a far chiarezza su rapporti famigliari, tenendo ben presenti tre capisaldi:

  • Necessità di esito immediato

  • A livello pediatrico gli operatori sanitari devono porsi in modo adeguato

  • Il tampone non deve essere un moltiplicatore di ansia

Anche se il metodo ha una bassissima invasività, bisogna  che l’operatore sanitario abbia competenze pediatriche  tali da permettergli di  sapersi porre nel modo giusto sia a livello tecnico che nell’approccio con il bambino e l’adolescente.

 

Test diagnostici: quali sono e come funzionano

  • Tampone antigenico rapido orofaringeo

    si eseguono allo stesso modo dei test molecolari, ma si differenziano per la metodologia di analisi. Non ricercano infatti il materiale genetico virale, ma le proteine di superficie del virus capaci di legarsi agli anticorpi. L’affidabilità è estremamente alta con dati di sensibilità (capacità di riconoscere la positività) e specificità (capacità di riconoscere la negatività) vicini al 100%.L’esito è immediato, e questo, insieme alla sua grande affidabilità ne fanno ad oggi il sistema diagnostico più diffuso

  • Il test molecolare tramite tampone orofaringeo

    Questo avviene tramite una ricerca del materiale genetico del virus. Ad oggi è il sistema più sicuro per definire la positività al SARS-Cov2. L’esito necessita di almeno 48 ore di tempo

  • Test rapido da tampone salivare

    Si basano sempre sulla ricerca delle proteine di superficie (antigeni) ma questa avviene tramite la saliva dei soggetti. L’affidabilità è alta, ma inferiore ai tamponi rapidi. Sono ad oggi ancora poco diffusi

  • Il test molecolare tramite saliva

    facile prelievo, ma il tampone raccolto deve essere convogliato in laboratori deputati alla sua analisi e quindi richiede a sua volta parecchi giorni per la risposta

  • Test sierologici: ricerca degli anticorpi IgM e IgG

    Evidenziano la presenza di anticorpi contro il virus e indicano l’eventuale avvenuta esposizione e SARS-CoV-2. La positività è tardiva e non è quindi in grado di rilevare un’infezione in corso. Sono utili per conoscere le difese a lungo termine di chi ha contratto il COVID 19

E’ sempre necessario mantenere adottare un comportamento responsabile, mantenendo il distanziamento sociale di almeno 1 metro, evitando gli assembramenti  ed indossando sempre mascherina chirurgica da cambiare almeno quotidianamente

Cosa succede se…

  • ...si risulta positivi a test rapidi e sierologigici

    si necessita di una verifica tramite test molecolare, ma l’indicazione all’isolamento fiduciario o meno diventa indubbiamente più consapevole

  • ...si risulta negativi a test rapidi e sierologici

    è bene ricordare che questa non mette al riparo da contagio, e che quindi rimane necessario un comportamento che tenga sempre presente distanziamento e sicurezza

Il Centro pediatrico CPG propone il nuovo servizio di test antigenici attraverso tampone rapido per bambini e adulti.

Esito in 15 minuti.

€ 50,00 a tampone

In caso di tampone domiciliare per sospetto Covid-19 € 65,00 con possibilità di tampone anche ai congiunti a € 45,00.

 

 

Dott.ssa Donatella Bacolla

Direttore Sanitario

 

Il virus dell’influenza provoca problematiche sulle vie aeree, a volte problematiche intestinali, malessere generalizzato e febbre.

I sintomi sono gli stessi che sono provocati dall’infezione da coronavirus,

perciò la vaccinazione antiinfluenzale, evitando la malattia da virus influenzale, facilita la possibilità di diagnosi differenziale di fronte ad un eventuale contagio da coronavirus.

Anche se infatti è vero che i bambini contagiati da coronavirus sono per lo più asintomatici, qualora presentino la sintomatologia tipica dell’influenza e siano stati vaccinati contro l’influenza permettono di indirizzare una diagnosi differenziale verso un sospetto di Covid 19. Anche se si debbono comunque tener presenti tutte le forma parainfluenzali.

 

Alcune indicazioni:

  • I bambini possono essere vaccinati dopo i sei mesi.
  • Nei mesi precedenti, data la trasmissione per via aeree, se una mamma che allatta ha l’influenza, è bene che utilizzi una mascherina.
  • In caso di allattamento con latte formula è bene che altri si occupino della gestione del bambino.
  • È comunque importante che la mamma e le persone vicine al neonato siano vaccinate.

 

 

Problematiche inerenti il virus antiinfluenzale

I bambini sono molto spesso contagiati dal virus influenzale. I rischi sulla loro salute sono meno importanti specialmente dopo i primi anni di vita. Nei primi anni invece i bambini presentano a volte una labilità bronchiale che viene sollecitata dal virus e che può provocare crisi di broncospasmo.

È necessario vaccinare tutti i bambini con patologie a rischio

Negli anni successivi l’influenza comporta difficoltà di gestione della malattia costringendo i bambini a casa, ma i bambini contagiati dal virus influenzale sono a loro volta molto contagianti e per una durata di circa 7 giorni, dal giorno precedente la comparsa dei sintomi.

 

 

 

Problematiche in relazione alla infezione da coronavirus

Il vaccino antiinfluenzale attiva la formazione di linfociti T che sono chiamati in causa anche sulle difese del nostro sistema immunitario verso il coronavirus.

In rapporto alla importante possibilità di contagio verso le persone adulte che circondano il bambino è importante evitare la sovrapposizione eventuale di patologie provocate dai due virus qualora un soggetto, specie se anziano, possa essere contagiato sia dal virus influenzale che dal coronavirus.

 

La regione Piemonte ha previsto la vaccinazione antiinfluenzale per tutti i bambini A RISCHIO per patologia o perché conviventi con persone e rischio.  Al momento non è prevista la vaccinazione per i bambini in buona salute

 

 

 

Dott.ssa Donatella Bacolla

Direttore Sanitario

La miopia

In questo periodo di epidemia da coronavirus, a causa del conseguente lockdown, i nostri bambini sono stati costretti a un forzato domicilio. Abbiamo così visto una riduzione delle ore trascorse all’aria aperta ed un aumento delle ore trascorse ai monitor (complice la didattica a distanza).

Quest’ultima situazione può portare a problematiche oculari anche per i più piccoli?

La miopia è un difetto refrattivo in cui le immagini vengono viste sfocate da lontano mentre rimane buona la visione da vicino. Non è una patologia tipica solo dell’adulto, infatti si sa oggi che l’età piu’delicata è quella che va dagli 8 ai 13 anni. In questi anni abbiamo visto un forte incremento della miopia anche e soprattutto in età scolare. E in tutto il mondo.

Si stima che nei pazienti asiatici a 15 anni ci sia una incidenza di miopia pari al 100%. In Europa ed in Italia i pazienti stanno decisamente aumentando.

Diverse sono le cause:

  • Genetica

  • Fattori sociali e ambientali

  • Scorretti stili di vita

 

 

Come intervenire

Dalla miopia non si guarisce: una volta che insorge non regredisce e può eventualmente peggiorare se non si adottano comportamenti correttivi.

Se la miopia progredisce può diventare degenerativa ed associarsi a un maggiore rischio di sviluppare in età adulta patologie oculari come il distacco di retina, il glaucoma e la maculopatia miopica.

Numerosi studi sono stati fatti in questi anni per cercare di contrastarne l’aumento ed è emerso che la prolungata e costante attività di sforzo da vicino da parte dell’occhio sia un fattore determinante nella progressione. È sempre più in aumento, soprattutto da parte dei giovanissimi, l’impiego di dispositivi elettronici come telefonini, computer e tablet. L’abuso di questi strumenti, imprescindibili al giorno d’oggi, è una delle concause più importanti per questa problematica.

Un primo comportamento correttivo, per quanto sia banale da rimarcare, è quello di ridurre il tempo di esposizione a questi dispositivi.

Un altro provvedimento utile è quello di trascorrere almeno due ore al giorno all’aria aperta, in modo da “riabituare” l’occhio a contemplare elementi posti su più piani di distanza e non solo in prossimità.

 

Alcuni consigli rapidi:

  • prediligere il computer allo smartphone
  • mantenere una distanza di almeno 50 cm dei dispositivi di lettura
  • fare una pausa di almeno un minuto ogni 20
  • nelle pause far riposare l’accomodazione fissando per lontano (per esempio guardare da una finestra)
  • trascorrere almeno due ore all’aperto quando i raggi sono perpendicolari come nelle ore di mezzogiorno

 

Il tutto sperando di poter tornare al più presto alle nostre abitudini appena finita questa pandemia.

 

Dott. Mario Ravot

Medico Specialista in Oftalmologia

 

Mantenere una dieta sana e equilibrata

Una sana alimentazione è fondamentale per la nostra salute ed in particolare per la salute dei nostri bambini, soprattutto quando è indispensabile garantire l’efficacia del nostro sistema immunitario nella difesa dagli agenti esterni e dalle infezioni. Ad oggi, mentre i Governi sono impegnati nell’adozione di comportamenti di allontanamento sociale e restrizioni per fronteggiare l’emergenza della pandemia e contrastare la diffusione del COVID-19, l’opportunità di continuare ad aderire ad una dieta sana, equilibrata e varia potrebbe risultare compromessa nei giorni della quarantena.

Lo “stare in casa” rischia infatti di correlarsi ad un aumento del consumo di alimenti ad alto contenuto di zuccheri e grassi, spesso fuoripasto, nonché all’inattività e sedentarietà relative a spazi domestici limitati.

A tal proposito, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato una guida contenente indicazioni a supporto di una dieta salutare anche nei giorni dell’autoisolamento:

  • Momento della spesa

    riconoscere i bisogni alimentari della famiglia e acquistare solo il necessario per evitare eccessi

  • Sfruttare il momento della preparazione

    approfittare della maggiore disponibilità di tempo per preparare pasti in casa con ingredienti genuini e freschi

  • Favorire l’introduzione di alimenti nuovi

    frutta, verdura e legumi, spesso non graditi dai bambini perché consumati con poca frequenza

  • Coinvolgimento

    suggerire a bambini e adolescenti di partecipare alla preparazione dei pasti potrà invogliare loro a consumare anche alimenti a volte evitati

  • Reintroduzione di una prima colazione adeguata

    in caso questa non venisse consumata in precedenza o venisse consumata inadeguatamente da un punto di vista nutrizionale (arricchiamola e variamola con frutta, latticini e cereali integrali)

  • Meno zuccheri semplici e grassi saturi

    la preparazione di una torta casalinga potrebbe essere una modalità per proporre il consumo saltuario di dolci più genuini rispetto a prodotti già pronti al consumo

I genitori devono porre anche attenzione alle porzioni che dovranno essere adatte al fabbisogno di ciascuno membro della famiglia. I bambini piccoli avranno bisogno di porzioni più piccole rispetto agli adulti e questo è ancora più importante in un periodo in cui l’attività ludico-motoria potrebbe essere ridotta.

 

 

 

Non dimenticare le buone abitudini

È fondamentale mantenere una routine quotidiana sugli orari di sonno-veglia e, di conseguenza, dei pasti. Si raccomandano 4-5 pasti giornalieri ad orari fissi, compresi gli spuntini per garantire una certa regolarità al nostro organismo. La merenda può essere preparata insieme al bambino cercando di suggerire variazioni (frutta di stagione anche in frullato, yogurt, pane e olio extravergine di oliva, fretta secca a guscio etc).

L’OMS raccomanda inoltre di limitare:

  • Il consumo di sale soprattutto nelle proposte alimentari offerte ai bambini

    evitare l’aggiunta di sale extra durante la cottura e la preparazione dei piatti e prediligere il ricorso alle erbe aromatiche per insaporire ed esaltare il gusto dei preparati

  • Assunzione totale di grassi

    dovrebbe essere limitata a meno del 30% dell’introito totale di energia, di cui non più del 10% dovrebbe provenire da grassi saturi. Si devono preferire i grassi di origine mono e polinsaturi presenti nell’olio extravergine di oliva, nel pesce e nella frutta secca a guscio

  • Le forme di cottura poco salutari

    è consigliabile optare per metodi quali la cottura a vapore o al forno, la bollitura o le cotture a bassa temperatura

  • Il consumo di prodotti pronti, ricchi di grassi saturi e zuccheri semplici:

    questi prodotti ricchi in Kilocalorie potrebbero essere consumati frequentemente “per noia”; si può suggerire di preferire la frutta secca a guscio (non salata) che tra le varie proprietà benefiche dispone anche di un ottimo potere saziante

  • Assunzione di zuccheri semplici

    dovrebbe essere limitata a meno del 5% dell’apporto energetico totale (meno del 15% per i LARN)

 

L’OMS, al contrario, consiglia nella dieta quotidiana:

  • l’incremento di fibre, di cui sono ricche le verdure, la frutta (si consiglia sempre quella di stagione con una frequenza di 5 volte al giorno), i legumi e gli alimenti integrali: per favorire il sistema digestivo nonché contribuire alla sensazione di sazietà
  • la corretta introduzione di due prodotti caseari al giorno
  • la corretta frequenza delle carni bianche, delle carni rosse (1-2 volte a settimana al massimo), del pesce, dei legumi (più di 2 volte a settimana

Questo corretto approccio nutrizionale previene anche le carenze di micronutrienti, antiossidanti o aminoacidi coinvolti in tutti i meccanismi chiave dell’organismo, inclusi quelli della regolazione immunitaria e del sonno.

Una buona idratazione è fondamentale per una salute ottimale. Bere acqua al posto delle bevande zuccherate è un modo semplice per limitare l’assunzione di zucchero e kilocalorie in eccesso. Se gradite dal bambino o dall’adolescente, possono essere proposti infusi senza zucchero o saltuariamente, magari come spuntino, spremute di frutta fresca senza l’aggiunta di zucchero.

Conclusioni

Per finire, l’adesione ad uno stile di vita ispirato alla Dieta Mediterranea è ancora una volta riconosciuto come scelta salutare, un modus vivendi da mettere in pratica tutti i giorni, anche in quarantena. A tal proposito la condivisione ed il “mangiare insieme”, tipico della Dieta Mediterranea, non significa semplicemente consumare un pasto ma vuol dire rafforzare il fondamento delle relazioni interpersonali, promuovendo il dialogo e la creatività.  Pertanto, in un momento come quello che stiamo vivendo oggi caratterizzato dal distanziamento sociale, molte famiglie si ritrovano a trascorrere più tempo in casa ed a poter condividere i pasti insieme. I pasti in famiglia costituiscono un’importante opportunità per i genitori di coinvolgere i bambini e gli adolescenti in cucina ed essere altresì un modello per un’alimentazione sana.

 

 

Prof. ssa Flavia Prodam

Specialista in Endocrinologia

Specialista in Scienze della Nutrizione

Dott. ssa Roberta Ricotti

Specialista in Pediatria

Autonomia e rispetto

Che cosa possiamo trarre di utile da questo periodo strano?  Per quanto riguarda i bambini piccoli, fino a -diciamo- quattro anni, è questa un’occasione per educarli a quella disciplina e fiducia in sé indispensabili nella vita. Ricordo che ciò che si imprime nella mente nei primi anni di vita è indelebile, modificabile non sempre e con molta fatica. Molti genitori si accorgono a bambino grande di non avere autorità, ed è difficile riaprire la stalla a buoi scappati. Prima invece si possono evitare tanti guai.

Per prima cosa è indispensabile che i genitori si mettano d’accordo su ciò che è essenziale, in particolare su quali devono essere i si e i no. Partiamo dai si. Che cosa vogliamo che il bambino impari?

Spero che per tutti sia l’autonomia, che non significa il fare ciò che passa per la mente o per le emozioni; ma la fiducia di farcela da sé. Ad esempio, si fa scegliere uno fra due giochi (non parlo di video) e non si permette che quando il bambino si stufa o non riesce smetta e ne prenda un altro: si deve portare a termine. Che siano costruzioni, puzzle, un libretto, un telaio di quelli che si usano per insegnare le allacciature, il lavoro deve essere finito. Ciò non si ottiene sgridando, e neppure imponendo o arrabbiandosi, ma mettendosi vicino e incitando, trasmettendo un entusiasmo. Anche dando un suggerimento piccolo, e poi ”dai che ce la fai!” senza mai acconsentire a farlo noi.

E poi:

  • Rispetto

    Se i genitori hanno da fare, il bambino deve imparare a rispettare il loro lavoro, la loro telefonata. Deve imparare a giocare per conto suo

  • Pochi obiettivi da raggiungere e su essi essere inflessibili

    Mai cedere al capriccio. Si lascia che il bambino urli, a scapito di pace ed orecchie, dopo un (bel) po’ ci si avvicina e si propone una distrazione. Se questa non viene accolta, lo si lascia solo e poi si ritenta

  • I no: pochi e inflessibili, imposti con grande serietà, senza lasciar spazio alle seduzioni infantili

    Se i no sono troppi, non saranno rispettati. Se sempre se ne spiega il motivo, il bambino imparerà a contrattare e in seguito farà o non farà solo ciò di cui è convinto, senza rispettare alcuna autorità

Il vecchio ”no perché no” in molti casi è opportuno. Il comando non deve mai essere mischiato a prepotenza: in questo caso susciterà ribellione e ostilità oppure schiaccerà la personalità dei figli.

 

 

 

L’unione fa la forza (e l’autorità)

Perché i genitori abbiano autorità, è indispensabile che la vogliano avere, che pensino alle conseguenze del non averla, che si sostengano a vicenda. Solo in casi eccezionali è opportuno che uno dei due sconfessi l’altro, casi gravi. Se uno dei suoi genitori ad esempio umilia il bambino o è violento, o lo picchia pesantemente, allora l’altro deve intervenire di fronte al figlio, affinché il bambino non soffra di un’ingiustizia totale e non pensi di non avere proprio nessuno che lo difenda.

Sempre, è molto grave se uno dei due genitori svaluta l’altro. Succede sovente soprattutto che sia il padre a svalutare la madre, prendendola in giro, dandosi arie di superiorità, o peggio sgridandola. Questo è pesantemente negativo per i figli: sia perché vedono nella madre che sopporta un punto di riferimento debole, magari da proteggere, sia perché da grandi potranno imitare il padre oppure giudicarlo severamente distaccandosene.

 

Quando le spiegazioni?

A bambino più grande invece è importante saper spiegare in modo oggettivo, senza ansie, i motivi dell’isolamento, della scuola a distanza, della necessità di studiare anche se sarà “promosso” di default.

Partiamo dalle spiegazioni:

  • Cos’è un virus e come si propaga

    Già lo sanno: è quello dell’influenza, del morbillo. Solo che il vaccino (si può facilmente spiegare cosa sia) non c’è ancora, quindi…

  • I morti?

    Sì, si può morire, quindi bisogna stare attenti

  • Non si può uscire. Ma se ne si ha voglia?

    mparare a comandare sé. Comandare gli altri è molto più facile, comandare sé è il vero potere

Ovviamente i genitori non devono lamentarsi, né passare ansie, che i bambini amplificano. Dispiacere sì: ad esempio se è morto un nonno. Quando i lutti sono vicinissimi, il discorso è un po’ diverso, ma non è questo il nostro tema di oggi.

Quanto al tempo, che si dilata senza le sbarre in cui bambini e ragazzi sono chiusi sempre (corsi, impegni…) è un’occasione per dominarlo e farlo proprio. Quindi non stiamo tutto il giorno a suggerire cosa devono fare, non stiamo troppo tempo a giocare con loro (questo deve essere un momento felice, non un dato scontato e di diritto!). Lasciamo che abbiano del tempo che devono inventarsi da soli, senza sussidi, senza suggerimenti, senza video, senza cellulare.

“Questo tempo in questo periodo è solo tuo” e serve ad imparare a riempirlo da solo, a farne una ricchezza solo tua. Anche i figli unici se lasciati con chiarezza a gestirsi il tempo libero, si fanno venire delle idee e alla fine inventano, costruiscono, disegnano, suonano…L’importante è che i genitori non vogliano tutto controllare e suggerire. In parole povere: facciamo che i figli imparino quali sono gli spazi liberi (nel rispetto dei no) e vivano il piacere di riempirli a modo loro.

Senza l’animatore di turno.

 

Prof.ssa Federica Mormando

Psichiatra, psicoterapeuta, presidente di Eurotalent Italia e di Human I

Covid-19

Covid-19 è un virus, più specificamente un coronavirus, che causa una malattia respiratoria acuta.

E’ responsabile dell’epidemia insorta recentemente nella città di Wuhan, provincia di Hubei, in Cina, che ha preso origine da un grande mercato di pesce e di animali a Wuhan.

L’epidemia si è estesa in Cina, anche in zone diverse dalla città di Wuhan. Casi successivi sono stati identificati in numerosi altri paesi a livello internazionale.

Come si trasmette

La modalità di trasmissione del Covid-19 è parzialmente nota. Come altri coronavirus è comunemente presente in differenti specie animali:

  • Pipistrelli

  • Cammelli

  • Bestiame

Il passaggio del virus da animale a uomo è avvenuto tramite l’esposizione ad animali vivi e successivamente si è estesa da persona a persona.

Attualmente la principale via di trasmissione, sulla base dei dati disponibili, è rappresentata dai casi sintomatici, cioè da soggetti malati che presentano i sintomi respiratori.

Più frequentemente la diffusione da persona a persona si verifica tra contatti ravvicinati e verosimilmente attraverso le goccioline respiratorie, quando una persona infetta tossisce o starnutisce, analogamente a quanto avviene per l’influenza ed altri patogeni respiratori. Non è ancora certo il tempo di permanenza sulle superfici eventualmente esposte al virus.

 

I sintomi

Le manifestazioni cliniche dell’infezione da Covid-19 variano da sintomi lievi o assenti, a forme più gravi, fino al decesso.

I sintomi più frequenti sono rappresentati da:

  • Febbre

  • Tosse

  • Mancanza di fiato

Al momento si ritiene che il periodo di incubazione (il tempo in cui possono comparire i sintomi) vada da un minimo di 2 giorni, fino a 14 giorni dopo l’esposizione al virus (si ipotizza però che il tempo di incubazione possa arrivare fino a 20 giorni)

 

Come prevenire l’infezione

La principale via per prevenire l’infezione è evitare l’esposizione al virus. E’ necessario applicare sempre le adeguate misure volte a impedire la diffusione delle malattie respiratorie, misure che ogni giorno possono prevenire la diffusione di molte infezioni virali (consigli della Croce Rossa Italiana):

  • Lavare frequentemente le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi

    Usare una soluzione alcolica disinfettante che contenga almeno il 60% di alcool, qualora acqua e sapone non siano disponibili

  • Evitare il contatto ravvicinato, inferiore al metro e mezzo, con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute

    Stare a casa quando si è ammalati

  • Evitare di toccare occhi, naso e bocca con le mani non lavate

  • Coprirsi bocca e naso se starnutisci o tossisci, con dei fazzoletti o avambraccio, evitando il più possibile le mani

    Buttare subito il fazzoletto nella spazzatura

  • Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol

  • Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico

  • Contattare il numero verde 1500 se hai febbre o tosse e sei tornato dalla Cina da meno di 14 giorni

  • Usare la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate

  • I prodotti MADE IN CHINA e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi

  • Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus

Al momento non è disponibile un vaccino contro l’infezione da Covid-19

I BAMBINI SEMBRANO ESSERE PIU’ RESISTENTI AL CORONAVIRUS…

Questa affermazione del Presidente della Società Italiana di Pediatria, si basa esclusivamente su dati statistici e non si hanno ancora spiegazioni chiare di questa modalità di risposta degli organismi dei bambini  e dei giovani.

Secondo i dati pubblicati dal Chinese Journal of Epidemiology, in Cina non c’è stato nessun decesso da coronavirus in bambini sotto i 10 anni di vita, mentre tra i 10 e i 19 anni la letalità è circoscritta allo 0,2%.

Nessun dato a livello mondiale smentisce  quelli cinesi.

 

Cosa fare in caso di sintomi

Se una persona è stata in Cina negli ultimi 14 giorni e presenta segni di malattia, quali febbre, tosse, o difficoltà respiratorie, dovrebbe:

  • Recarsi tempestivamente dal proprio medico curante o in pronto soccorso

    Comunicare il recente viaggio ed i propri sintomi

  • Evitare di stare a contatto con altre persone

    Non viaggiare in caso di malattia

  • Coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta o con il braccio piegato (non con le mani) quando tossisce o starnutisce

  • Lavare spesso le mani con acqua e sapone

    Usare una soluzione alcolica disinfettante

ORDINANZA DEL MINISTERO DELLA SALUTE E DELLA REGIONE PIEMONTE

Allo scopo di evitare il diffondersi del COVID-19 nel territorio regionale, il Presidente della Regione Piemonte adotta straordinarie misure per il contenimento adeguato per contrastare l’evolversi della situazione epidemiologica:

  • Sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi, in luogo pubblico o privato, sia in luoghi chiusi che aperti al pubblico, anche di natura culturale, ludico, sportiva e  religiosa;
  • Chiusura dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, corsi professionali (ivi compresi i tirocini), master, corsi universitari di ogni grado e università per anziani, con esclusione degli specializzandi nelle discipline mediche e chirurgiche e delle attività formative svolte a distanza;
  • Sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 dei Codici dei beni culturali e del paesaggio di cui al D.L.42/2004, nonché dell’efficacia delle disposizioni regolamentari sull’accesso libero o gratuito a tali istituti o luoghi;
  • Sospensione di ogni viaggio di istruzione sia sul territorio nazionale che estero;
  • Previsione dell’obbligo da parte di individui che hanno fatto ingresso nel Piemonte da zone a rischio epidemiologico come identificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di comunicare tale circostanza al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria competente per territorio per l’adozione della misura di permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva.

Informazioni per chi deve viaggiare:

  • Il Governo Italiano raccomanda di posticipare i viaggi non strettamente necessari in Cina.
  • Negli aeroporti sono stati attivati i controlli sanitari necessari per identificare i viaggiatori con febbre, tosse o difficoltà respiratorie.
  • E’ raccomandata la vaccinazione antinfluenzale, almeno 15 giorni prima di intraprendere un viaggio.

Poiché la situazione è in evoluzione, le indicazioni saranno aggiornate quando nuove e più approfondite informazioni saranno disponibili in proposito.

 

Maggiori informazioni sono disponibili ai seguenti link:

https://www.who.int/health-topics/coronavirus

https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/about/index.html

http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/homeNuovoCoronavirus.jsp

http://www.ilgirodelmondo.it/index.php

 

Dott. ssa Silvia Zucco

Medico Specialista in Infettivologia

Iperdotazione intellettiva

Q.I.: quoziente di intelligenza. Divenuto di moda, e come tutto ciò che diventa di moda, scaduto, fra iniziative valide, poco valide e perfino pericolose. Parlo della superdotazione infantile, e dei test cui è subordinata la cosiddetta certificazione. Il rischio di timbrare i bambini all’entrata a scuola si avvicina, e tremo se penso alle conseguenze. Basterebbe che gli insegnanti imparassero ad ascoltare e a vedere, provassero sincera simpatia-empatia per loro, e sapessero-potessero attuare una didattica adeguata, e il problema sarebbe risolto, senza riferirsi a test non sempre ben fatti e mai sufficienti.

Scrivo “problema” perché invece di essere una gioia, l’iperdotazione intellettiva è troppo spesso un’infelicità e troppo spesso è trattata come, appunto, un problema.

Una scuola per bambini gifted

Erano gli anni ’80 quando, triste per aver visto nel mio studio più bambini sospettati o diagnosticati in vario modo (iperattività, spettro autistico, ritardo cognitivo…) che non solo non erano patologici, ma addirittura rivelavano un’intelligenza di gran lunga superiore alla norma, aprii una scuola per loro. I “sintomi” erano segnali. Di noia, delusione, rabbia. I tempi e i modi della scuola non erano, e non sono, in sintonia con quelli degli allievi ad alto potenziale intellettivo (il 5%), che, di solito a partire dai quattro anni, si annoiano e vorrebbero far di più. Fanno tante domande, disturbando così tutta la classe. Le maestre li “stoppano”, e i bambini si sentono (e sono) rifiutati.

In realtà basterebbe che la maestra li prendesse da parte spiegando i motivi per cui non possono interrompere così spesso le lezioni, e magari dedicasse un po’ di tempo alle loro questioni; ma quasi nessuna lo fa!

Quanto agli allievi ad altissimo potenziale intellettivo (il 3%) sono davvero diversi, soprattutto per:

  • Velocità e modo di comprendere

  • Idee e soluzioni

  • Precocità del pensiero astratto

    A partire dai tre-quattro anni di età

È quindi ovvio che non comunichino bene con i coetanei, che si trovino meglio con compagni più grandi, cosa che preoccupa assai gli adulti. A noia e incomprensione reagiscono nei modi più vari: si agitano, si isolano,scappano per fatti loro. Da qui l’ombra patologica che gli si mette sovente addosso.

 

 

La diagnosimania

Di questi tempi, piacciono tanto le diagnosi, che sembrano un ottimo alibi per chi non si vuole impegnare a capire e risolvere. Inoltre, vista la rapidità con cui i bambini ad alto potenziale intellettivo comprendono i concetti che gli si propongono a scuola – per loro facili – si abituano a capire subito; possono quindi più avanti confondere l’aver compreso con il sapere, ed abituarsi a non studiare. Quando si troveranno davanti a studi complessi, che richiederanno una fatica cui non sono abituati, non capiranno che è lo studio difficile e non loro incapaci.

Questo è motivo frequente di abbandono degli studi.

La stessa cosa non va bene per tutti

È d’obbligo la didattica inclusiva (tutti insieme, chi non sa l’italiano, chi salta sui banchi, chi non può comunicare con nessuno. E chi vorrebbe imparare. E chi vorrebbe insegnare). I mezzi che gli insegnanti hanno a disposizione per fermare bulli e affini sono sempre più limitati, così come il rispetto dei ruoli, con le immaginabili conseguenze.

La formazione degli insegnanti non comprende nulla che riguarda la didattica per i bambini più intelligenti e purtroppo molti insegnanti non hanno la cultura di fondo necessaria per effettuarla. I genitori che vogliono una buona formazione dei loro bambini devono occuparsene personalmente.  Nessuno, ad oggi, ha una lunga esperienza in proposito. A parte noi di Eurotalent Italia e di Human Ingenium, si stanno attivando alcune università, che ad oggi risentono della poca esperienza.

Non bisogna comunque dare un’esclusiva attenzione ai test di livello (Q I). Ciò che non è misurabile è ancora più importante: il pensiero intuitivo e creativo e i doni artistici.

Ma ne parleremo un’altra volta.

 

 

Prof.ssa Federica Mormando

Psichiatra, psicoterapeuta, presidente di Eurotalent Italia e di Human Ingenium