La pipì a letto è sicuramente una noia ma non certo una patologia! Spesso però ha un importante impatto emozionale e sociale sia sul bambino che sulla sua famiglia.
L’incidenza si riduce man mano negli anni (anche se può persistere, raramente, in età adulta).
Interessa almeno il 15% dei bambini intorno ai 6 anni (più i maschietti che le bimbe) ed è spesso su base famigliare.
Prima dei 5 – 6 anni ci si rivolge agli specialisti solo quando la componente emozionale diventa difficilmente sostenibile, ma intanto i genitori possono mettere in atto alcune “buone pratiche” che potranno accelerare la risoluzione del problema:
- I bambini devono bere molto nella prima parte della giornata, ma l’assunzione di liquidi deve essere ridotta dopo le 17 – 18.
- Devono essere evitate le bevande gassate e le acque ad elevato contenuto di Calcio.
- Deve essere ridotta l’assunzione di Calcio e Sodio soprattutto nel pasto della sera.
- Il bambino deve essere sollecitato a far pipì ad intervalli regolari (ad esempio ogni 3 ore) quando possibile, ed è importante che questi intervalli siano mantenuti con una certa precisione anche in assenza dello stimolo.
Quando i precedenti accorgimenti non sono sufficienti ricorrere al consiglio di un Centro Enuresi.
Il percorso diagnostico-terapeutico va dal far acquisire una consapevolezza delle norme dietetico-igieniche che permettono di migliorare la continenza urinaria fino all’eventuale trattamento farmacologico secondo l’indicazione clinica.
Il primo incontro comprende:
Direttore Sanitario